La polemica è nata qualche giorno fa, dopo un intervento di un giovane politico attualmente dei Verdi sul suo Blog (http://blaun.wordpress.com/2008/06/17/intelligentia-athesina/) che, prendendo spunto dalla critica rivolta dai redattori di Polis (www.polis.bz.it) ad un cartello posto al Brennero che ricorda come il Sudtirolo non sia Italia, risponde in questo modo con un vero modello di bon ton al contrario in Rete: “Può un innocuo cartello (…) generare cotanta banalità? Ebbene sì, in Alto Adige/Südtirol — o meglio: »Athesis, Land an der Etsch und im Gebirge / terra lungo l’Adige e fra i monti« — ciò è possibilissimo. E pensare che alcuni miei illustri concittadini pendono dalle labbra di avveniristi al contrario come questi. Con gente così, sperare in un “altro” Sudtirolo addirittura “postetnico” diventa anacronistico, se non impossibile. ”
Il velenoso post non esprime idee argomentate e trasuda solo disprezzo ed aggressività. Ed, in questo, è sorpassato, antico, andato, anacronistico, retrò, obsoleto, ammuffito, mummificato e sepolto. Che questo modo di fare porti solo disgrazie e perdite di voti sembra ne siano accorte tutte le estreme sinistre d’Europa, tranne che in Italia e nella mia Germania, dove la Linke oltre a giocare con le cifre del Bilancio della Rossa Berlino, ha posto la simpatica e brava Cancelliera Merkel sul rogo mediatico con un violento attacco in un salotto televisivo in cui si è cercato di spacciarla, approfittando dell’assenza di contradditorio, come legata in passato, per studi e ideologia, addirittura alla Mosca Sovietica ( http://www.focus.de/magazin/tagebuch/tagebuch-plumpe-luege-falsche-zahlen_aid_307234.html ).
Quel che ha scritto ed il modo in cui l’ha fatto -mutuando modelli di altri tempi- Valentino, per il resto ragazzo molto gradevole ed intelligente, è proprio quel che non ci aspetteremmo da un giovane politico che vuole rappresentare la collettività.
Qualcuno però, eroicamente, ha ritenuto di dover comunque prendersi il tempo per replicare. La risposta, di Carlo-Karl Berger,http://www.polis.bz.it/content.asp?contentid=2037 , è esaustiva e completa.
Vedremo se, questa volta, avrà una replica degna di questo nome che non sia solo l’elenco della spesa nel magazzino dell’ingiuria.
Si accettano scommesse…
L’Ussaro sul Tetto (Le Hussard sur Le toit, Gallimard) di Jean Giono, è sicuramente uno dei libri che più amo e di cui consiglio la lettura. La figura centrale è quella di Angelo Pardi, giovane ufficiale degli ussari, fuggito dal Piemonte verso la Provenza nel 1831, dopo aver ucciso una spia austriaca che aveva denunciato numerosi carbonari e dopo averlo fatto in un regolare duello, non a tradimento come gli consigliavano i suoi amici. Un personaggio affascinante, Angelo Pardi, che non esita ad affrontare la fuga all’estero inseguito dal formidabile servizio segreto asburgico, attraversando confini politici, certo, ma in un’Europa dominata dall’assolutismo politico e unita dall’epidemia di colera.
” Attraversando un paesaggio desolato, straziato dal colera, fatto di morte e violenza, devastazione fisica e morale, Pardi, uomo d’armi e principi, incontra una donna molto bella, della quale si mette a servizio. Da questo momento ha inizio l’impresa rocambolesca, tra duelli, imboscate e rischi di ogni genere, che avvicinerà inevitabilmente i cuori dei due personaggi, conducendoli alla meta tanto agognata che è la salvezza ma al tempo stesso la fine dell’avventura e del loro amore. Pardi chiude così un capitolo della sua vita, per aprirne uno nuovo: l’impresa risorgimentale italiana” http://www.bol.it/libri/scheda/ea978887972426.html;jsessionid=6EF1A894897C18DAC8E6420D6890C25A.
Ho sempre amato la figura di Angelo Pardi, eroe italiano dipinto da uno scrittore francese di confine, Giono, di famiglia italiana di lontane ascendenze italiane, ma francese nella lingua.
Angelo, bilingue, patriota, preferisce vagare esule ed inseguito dalla ferocia della repressione che piegarsi ed accettare. Un italiano al contrario rispetto alla vulgata tradizionale ed a quella cenciosa che, per esaltare ideologie o altri nazionalismi, si deve nutrire, mancandole altri fondamenti, della denigrazione, dello stereotipo, della banalizzazione.
E, spesso e purtroppo, questi uomini piccoli piccoli, parlano la mia lingua.
Ciao Angelo