Grüne Sauce ist eine kalte Kräutersauce, die meist zu gekochtem Fleisch oder Fisch, kaltem Braten, Pellkartoffeln oder Salzkartoffeln gereicht wird. Neben Kräutern enthält sie in der Regel auch Pflanzenöl und Eier bzw. Mayonnaise oder wird auf der Basis von Schmand und saurer Sahne bereitet. In Varianten ist grüne Sauce in verschiedenen Ländern bekannt: in Deutschland vor allem aus Frankfurt am Main und Kassel. In beiden Städten gilt die jeweilige Zubereitungsvariante als besondere regionale Spezialität. In Italien ist sie als Salsa verde, in Frankreich als Sauce verte bekannt.
Hessen dürfen das Haus nicht mehr ohne einen Bembl Äppelwoi verlassen, sonst droht ein Bußgeld von nicht unter 150 €….. Ed io, novello d’Assia, pure…
PS…
Apfelwein, auch Apfelmost, Viez, Saurer Most in regionaler Mundart auch als Äppelwoi (Ebbelwoi, Äbbelwoi, Öbbelwoi, Ebbelwei), Äppler oder Stöffsche bezeichnet, ist ein Fruchtwein, welcher meist aus einer Mischung verschiedener, möglichst säurehaltigen alten Apfelsortengekeltert wird.
Üblicherweise hat er einen Alkoholgehalt von mindestens 5,5 bis 7 Prozent und einen herben, sauren Geschmack.
I se ed i ma non sono utilizzabili dagli storici. Ma sono materia prima favolosa per gli scrittori. Cosa sarebbe successo se.. Mussolini ed Hitler non avessero perso la guerra? Anni fa si occupò del primo Harris, in uno stupendo romanzo, Vaterland, giallo fantastorico, da cui è stato tratto anche un film (di cui prendo un frammento da Youtube) , che immagina una vittoria di Hitler e che prende lo spunto dal compleanno del dittatore…il settantacinquesimo.
Del dittatore in mascella e fez si occupa invece in un gran libro, recentemente, Enrico Brizzi che immagina una fine diversa per la guerra italiana, quello, forse, che ogni italiano, dentro di sè, si dovrebbe augurare, anche se la storia, purtroppo, quella vera, è andata diversamente… “L’Italia fascista” -nel libro di Brizzi- “ha rotto in tempo l’alleanza con Hitler e anzi ne ha contrastato le mire, guadagnandosi nel 1945 un posto al tavolo dei vincitori. Dal conflitto, destinato a entrare nella memoria degli italiani come la Nostra guerra, il Duce esce trionfatore; anche Casa Savoia è eliminata dalla scena politica, e la nuova costituzione «laica e littoria» priva la Chiesa del suo ruolo sociale.
Per il Paese, ora rinominato Repubblica d’Italia, sono stagioni di relativo prestigio internazionale e prosperità economica, ma la vita quotidiana ristagna, avvelenata da decenni di autoritarismo: gli oppositori veri o presunti subiscono la deportazione nelle ex colonie africane, ora dotate di una formale autonomia e promosse al rango di «Repubbliche associate».
Nel 1960, quindici anni dopo l’armistizio, Benito Mussolini è un uomo di settantasette anni ormai prossimo alla fine, e i gerarchi si preparano a dare battaglia per la successione…
In questo scenario si svolge il viaggio in Africa Orientale del trentenne Lorenzo Pellegrini, brillante cronista sportivo che, per un’inopportuna relazione amorosa, viene depennato dalla lista dei giornalisti accreditati per le Olimpiadi di Roma e retrocesso a un incarico inatteso: dovrà seguire le ultime giornate della Serie Africa, la lega che raduna il meglio del calcio eritreo, etiope e somalo sotto l’egida della Federcalcio di Roma.
Quello che doveva essere un esilio diventa l’occasione per conoscere una terra affascinante dove lo sport catalizza tensioni sociali mai sopite.
La rivalità fra squadre «per soli bianchi» e i club interrazziali cari agli antifascisti è lo specchio di una società divisa, pervasa da un vento di riscossa che cambierà Lorenzo e, al suo ritorno in Italia, gli farà vedere con occhi diversi anche la Madrepatria.”
“Si comunica che l’alleanza tra Benussi e Cigolla è stata sciolta quest’oggi. Nel prendere atto che le motivazioni, che diedero origine al nostro progetto di convergenza al di là dei partiti e dai forti assunti territoriali, non sono più integralmente condivise sia nella scelta degli obbiettivi, sia nella strategia attuativa degli stessi, per evitare di ingannare l’elettorato con una proposta che risulterebbe una mera intesa in funzione delle prossime elezioni provinciali e non più un innovativo processo di gestione della politica atesina, si è scelto, per correttezza e di comune accordo, di considerare terminata questa fase di esperienza comune.
Giovanni Benussi”
Ricevo e pubblico questa notizia che giunge inattesa, come improvvisa fu quella dell’incontro sulla via di Oltri di Cigolla con Benussi, che avrebbe dovuto provocare degli scossoni nella vita politica altoatesina che non abbiamo, sinceramente, visto. Ad entrambi gli “ex”, un augurio sincero di proseguire la vita politica senza traumi postseparazione. Certo non si sono rotte le porcellane e di figli nemmeno l’ombra. Non esiste un partito o un movimento di riferimento, per cui il tutto si è svolto in modo indolore. Vedremo se, dietro le quinte, questa Trennung ha avuto degli sponsor più o meno interessati.
Si dice il Pdl ed il PD. Ad entrambi un augurio sincero di buena suerte. Magari mettendo nella politica un po’ di ironia, oltre a quei contenuti di cui, spesso, in Alto Adige si sente nostalgia
La prossima campagna elettorale, probabilmente, vedrà molti voti conosciuti fronteggiarsi oltre a Cigolla e Benussi. Vedremo quali poter considerare votabili. Di sicuro ci sarà da divertirsi
L’Europa non esiste e forse non è mai esistita se non nei sogni di qualche illuminato. Non essendoci, accetta che, a giocare il campionato Europeo di nazionalpatriottico calcio venga la squadra di un paese che proprio europeo europeo non è.
A me sono molto simpatici la Turchia ed i turchi fino ad oggi conosciuti e spero di non dovermi ricredere, travolto dagli stereotipi cui siamo quotidianamente sommersi, in questa non-Europa dei nazionalismi. Mi dispiace veramente tanto di non riuscire mai a trovare tempo per volare da quelle parti. Lo farò l’anno prossimo.
Normalmente le decisioni di questa cosiddetta Europa mi fanno imbufalire, ma quella di accogliere la Turchia, ormai da anni, nell’Uefa, nella Federazione Calcistica Europea, la trovo proprio indovinata. E non vedrei male nemmeno un’integrazione maggiore della Turchia in Europa. Se nel Vecchio Continente, nel 2008, è permesso un sistema di segregazione etnica quale abbiamo in Alto Adige, non vedo quali obiezioni, basate sul rispetto dei diritti umani, si possano porre alle aspirazioni calcistiche e politiche del paese mediterrananatolico.
Bene, fatta questa premessa diciamo che la partita di domani si presenta senza particolari ostacoli per la Germania, favorita da un calendario vergognosamente facile. E da una Turchia cui mancherà mezza squadra.. La Germania è in finale (quasi..). Lo sappiamo ed aspettiamo di conoscere il suo avversario. Per i turchi, domani, la mia personale simpatia. La Germania, ancora una volta, non ha fatto molto per conquistarsi la simpatia del pubblico europeo. Vedremo se e come rimedierà..